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KISS! (Loving Kills) - Lugano


KISS! (Loving Kills)

di Camilla Parini


TEATRO FOCE LUGANO

ME 23 MARZO ORE 20:30

GI 24 MARZO ORE 20:30

VE 25 MARZO ORE 20:30

SA 26 MARZO ORE 20:30


una produzione Collettivo Treppenwitz e LAC Lugano Arte e Cultura,

in co-produzione con il Südpol di Lucerna

in collaborazione con il TLH-Sierre


con Kevin Blaser, Thomas Couppey, Martina Martinez Barjacoba, Camilla Parini

assistenti alla regia Francesca Sproccati, Simon Waldvogel

sound design Alberto Barberis

light design Andrea Sanson

scene Francesca Caccia

video Moris Freiburghaus


Il bacio unisce il luogo della parola con quello del corpo:

quando ci si bacia non è più possibile parlare

e il corpo si trasforma in un nuovo alfabeto.


Con questo spettacolo ci allontaniamo dalla concretezza delle parole per addentrarci in un bosco, verso una dimensione più inconscia e meno razionale dell’amore, verso un'impossibilità di definirlo e la difficoltà di comprenderlo.

La messa in scena si muove sul confine tra buio e luce, tra presenza e assenza, tra il vuoto e il suo bisogno di essere riempito. Figure che si plasmano e si rispecchiano reciprocamente. La relazione con me, con l'altro me o l'altro da me, il maschile e il femminile, l'uno e la sua moltitudine, l'essere e il non-essere.

KISS!, gioca con la percezione delle cose, del tempo, delle relazioni e di sé stessi.


KISS!, UNA POESIA SENZA PAROLE:(…) Fumo e luci delicatissime, al limite del buio, accolgono lo spettatore immergendolo immediatamente in una dimensione onirica dalla quale a fatica riuscirà a districarsi a fine spettacolo. (...)Un poema silenzioso quindi, se così si può definire questa coraggiosa messa in scena, che prendendo avvio da un bacio va a esplorare l’impossibilità insita in ciascuno di noi nel descrivere l’amore. Un lavoro molto intimo ma che si fa qui quasi universale e che catturando l’attenzione accompagna lo spettatore all’incontro con la molteplicità di figure che ci abitano e che idealmente abitano l’altro. Sì, c’è da perdersi in questo bacio, ma c’è anche da ritrovarsi, e la sua bellezza sta proprio in quest’assenza di definizione, che lascia liberi da qualsiasi struttura o messaggio. (…)”

Valentina Grignoli, La Regione, 04.05.2021

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